Teatro Litta di Milano, Sala Cavallerizza, Apache
Milano, IT 2014
Scritto e diretto da Margarita Egorova e Gianluca Panareo
con Alberto Baraghini e Mike Kahle
sceme e costumi: Saverio Assumma De Vita
suono: Federico Moschetti
Il pubblico è in attesa di entrare in sala. Un abbozzo di dialogo interrotto da tonfi, arriva da dietro le porte chiuse: sono gli agenti FBI che stanno perquisendo la stanza di Nikola Tesla appena deceduto. Quando le porte si spalancano, il pubblico si ritrova in uno spazio messo sotto sopra. Deve trovarsi una sedia o un cuscino su cui sistemarsi. Il buio cala, scoppia il lampo dello spot (Tesla è nato durante una tempesta elettrica) e una voce umana, finalmente, giunge dal palco, o meglio, dalla rupe, dove l’attore rimarrà incastrato per tutta la durata dello spettacolo, abbandonandola solo “da morto”, impacchettato in una slave sack.
Lo spettacolo si pone come l’incrocio tra l’installazione, performance e teatro, dove il monologo ridà voce all’unico elemento umano in mezzo agli abbellimenti tecnici del teatro di ricerca contemporaneo, raccontando la storia di Nikola Tesla, un Prometeo tradito dal suo tempo e da quegli uomini a cui era stata donata la luce e che hanno preferito le scintille.